Bahrain-Merida, la stimolazione transcranica per migliorare prestazioni e resistenza con una partnership con l’IRR di Torino

Ciclismo all’avanguardia per la Bahrain – Merida. La formazione emiratina ha annunciato ieri la sua partnership con l’Istituto delle Riabilitazioni Riba di Torino, presentando la tDCS (Stimolazione Transcranica a corrente diretta continua) multicanale. Si tratta “di una innovativa tecnica che consente di stimolare diverse aree cerebrali, efficace, indolore e senza effetti collaterali, in grado di potenziare e/o perfezionare le prestazioni atletiche degli sportivi”, come viene definita dall’istituto piemontese. All’evento erano presenti Vincenzo Nibali, Domenico Pozzovivo e Giovanni Visconti, che si sono sottoposti ai primi test medici in quella che è ora la clinica ufficiale della squadra.

“La collaborazione con l’IRR per la prossima stagione sarà di grande supporto per lo staff medico del team – commenta il medico sociale della squadra Luca Pollastri – La ricerca di un partner affidabile che offra elevate competenze e potenzialità sia in campo diagnostico che terapeutico era uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati per la nuova stagione: l’Istituto supporterà il nostro lavoro sin dalle prossime settimane, quando gli atleti effettueranno i controlli preventivi, propedeutici allo svolgimento dell’attività professionistica; poi potremo utilizzare il know-how di imaging di cui la struttura dispone per ottimizzare il processo diagnostico e garantire la miglior tempistica possibile a supporto della performance dei nostri atleti. Siamo convinti che questa nuova partnership rappresenterà un importante valore aggiunto per lo staff medico e che benefici ricadranno sull’intero Team Bahrain-MERIDA”.

Studi pubblicati nello scorso mese di ottobre sulla rivista Science, basati proprio sull’attività ciclistica, hanno dimostrato che questa stimolazione “migliora le prestazioni e la resistenza in individui sani“, influenzando chiaramente anche una migliore funzionalità mentale. Con questa tecnica, che si basa sulla consapevolezza che il cervello controlla qualsiasi funzione mentale e fisica del nostro corpo, è dunque possibile migliorare la percezione dello sforzo e la gestione della fatica, aumentando inoltre l’efficacia e la produzione del gesto atletico, permettendo infine all’alteta un miglior riposo. Una tecnica molto giovane, per una strada che nel recente passato è stata già sperimentata da atleti come Greg Henderson e Andrew Talansky con “l’obiettivo di migliorare e rafforzare le connessioni tra cervello e muscoli”, seppur con diverse tecniche.

Nata per curare disordini e malattie di carattere neurologico e psichiatrico, questa tecnica potrebbe dunque imporsi come importante strumento di Medicina dello Sport facilitando la neuroplasticità per migliorare le prestazioni negli sport di resistenza, come il ciclismo. Gli studi effettuati da un’equipe congiunta delle Università di Kent, Harvard e Barcellona dimostrano una potenziale “riduzione del fallimento nel compito motorio dopo l’esercizio fisico del 23%“, che si associa ad una “minore percezione dello sforzo durante l’esercizio ciclistico“.

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